Peppe Barra, insieme alla Nuova Compagnia di Canto Popolare, è stato tra i protagonisti di una profonda rivoluzione culturale, partita da Napoli, e che pose al centro la cultura e la tradizione popolare. La musica tradizionale, i testi di storie antiche, i suoni che venivano dal basso, dalle campagne, diventarono il simbolo della lotta che si respirava dal 1968. Non è un caso che Napoli fu lo scenario dove si tenne la festa Nazionale de L’Unità dal 4 al 19 settembre 1976. Nell’ultimo giorno, per il comizio di Enrico Berlinguer, la folla si accalcò nel parco della Mostra d’Oltremare. Le foto dell’epoca, pubblicate anche sull’Unità riportano l’emozionante ricordo di quella colossale reunion, la più grande manifestazione politico e culturale a Napoli dal dopoguerra. Sullo stesso palco c’era la Nuova Compagnia di Canto Popolare: le persone cantarono e ballarono a squarciagola per ore con la formazione composta da Peppe Barra, Fausta Vetere, Nunzio Areni, Eugenio Bennato, Patrizio Trampetti e Giovanni Mauriello. “Quella sera c’erano centomila persone che erano arrivate per sentirci – continua Barra – Una sensazione irripetibile. Un delirio”.